La storia si ripete: come a Praga, nel 2006, il Cska Mosca batte in finale il Maccabi Tel Aviv e sale sul gradino più alto d'Europa. E come tre anni fa, a guidare la formazione moscovita c'è Ettore Messina: è il secondo titolo continentale vinto in tre anni dal Cska, il sesto nella onorata storia del club russo più titolato, secondo alle spalle del solo Real Madrid, la società più vincente in assoluto.
Protagonista sul parquet dell'arena di Madrid, oltre al nostro Ettore Messina, guru della pallacanestro italiano, c'è la crema dei migliori giocatori con un passato nel nostro campionato: l'MVP della stagione, Ramunas Siskauskas (13 punti), David Andersen (13), Matjaz Smodis (13), Marcus Goree, Nikos Zisis , Tomas Van den Spiegel e, dulcis in fundo, Trajan Langdon, MVP della gara con una prestazione fantastica da 21 punti (6/7 al tiro), 7 rimbalzi, 2 recuperi, 1 assist e 7 falli subiti, per un totale di 33 di valutazione.
A questi uniamo l'eclettismo di JR Holden (12 punti), la leadership esperta di Theodoros Papaloukas (12 punti e 4 assist) ed otteniamo il Cska: la ricetta ormai è nota, quasi noiosa: una squadra perfetta, su entrambi i lati del campo, composta da tanti campioni che leggono splendidamente ogni tipo di situazione e che sanno addomesticare il proprio ego per il bene della squadra. Il tutto orchestrato dal più grande allenatore del continente: il risultato? Una vittoria schiacciante, più nella qualità del gioco espresso che nel punteggio finale, con un Maccabi rimasto a galla fino a quando le zingarate di Bynum sono andate a buon fine e le gambe di Batista hanno retto a centroarea.
In realtà è proprio la formazione israeliana a partire con la quinta marcia innestata: Vujcic e Casspi firmano un parziale lampo di 5-0, presto ricucito, però, dall'attacco ragionato dei campioni di Russia. Casspi, il Gallinari d'Israele, gioca un ottimo primo quarto, applicandosi con efficacia anche in difesa su Siskauskas: il Maccabi trova linfa vitale dall'energia del suo giovane pupillo e dalle giocate di intensità di Batista in vernice (14 punti e 7 rimbalzi alla fine per l'uruguyano), ma il Cska tiene testa con le triple di Langdon (4/4 nel primo tempo) e le conclusioni di Smodis e Andersen. Bynum esalta l'arena di Madrid con un paio di canestri in penetrazione e con una tripla con fallo sulla sirena del primo tempo: all'intervallo il Cska chiude con una lunghezza di vantaggio (41-42).
JR Holden, che su questo parquet realizzò il canestro vincente per la Russia nella finale degli Europei, scava l'allungo con due triple consecutive all'inizio del terzo quarto (41-48): la difesa moscovita sale di colpi e Messina chiede alla squadra di abbassare il ritmo per insabbiare i meccanismi offensivi del Maccabi. Con un Vujcic piuttosto oscuro, la manovra a metacampo degli israeliani è limitata alle sole invenzioni in penetrazione di Bynum (23 punti alla fine), ma quando il play di Chicago viene richiamato in panchina per problemi di falli il Cska ha la possibilità di toccare a più riprese il +9 con le conclusioni di Andersen e Van den Spiegel (52-61). Bynum rientra provvidenzialmente alla fine del terzo quarto, per infilare una nuova tripla sulla sirena (57-63): è l'ultima fiammata del Maccabi, che resterà a secco per i primi 4'30" dell'ultimo parziale. Siskauskas si presenta con una tripla e Smodis segna sei punti consecutivi per il + 16 (57-73). Bynum produce un parzialino di 6-0 (63-73) ma Langdon, a poco meno di 3' dalla fine, corona la sua fantastica prestazione andando a segnare il canestro della staffa in tap-in al volo su rimbalzo offensivo (63-79). Papaloukas chiude con i fuochi d'artificio con la schiacciata del nuovo +15 (68-83) prima che lo stillicidio dei tiri liberi prolunghi oltremisura l'agonia del Maccabi.
